Events
May
2025
Sicily Summer School in Environmental Humanities
Edizione 2025 – Il concetto e il suo ambiente: sulla Geofilosofia di Gilles Deleuze e Félix Guattari
Palermo – 15-18 Maggio 2025
Direttori: Andrea Le Moli, Emilia Marra, Francesca Sunseri, Marcello Di Paola
Il neologismo geofilosofia, coniato da Gilles Deleuze e Félix Guattari in Che cos’è la filosofia?, si trova non di rado associato a forme di pensiero, ritenute affini, che appongono il prefisso geo- a una determinata disciplina, con l’intenzione di fare della terra una sorta di attrattore gravitazionale per la riflessione. Ne sono esempi ben noti la geopolitica e la geoeconomia, nonché la geostoria e il più recente geodiritto, i cui esiti rischiano però talvolta di tradirne le pur lodevoli premesse. Sfogliando un manuale di geostoria potrebbe infatti venire il dubbio di assistere a una addomesticazione del pensiero, ottenuta per depotenziamento di quell’elemento che Deleuze e Guattari definiscono a più riprese, ben consapevoli delle implicazioni del termine, rivoluzionario. A cento anni dalla nascita del filosofo francese si avverte dunque l’urgenza di ripartire dalle pagine di Che cos’è la filosofia? per mettere alla prova il presente e l’avvenire della geofilosofia. Non si tratta, per i due autori, di pensare la terra, come se la terra potesse o dovesse essere un oggetto del pensiero, ma di inseguire il pensiero lì dove spinozianamente si esprime, ossia nel paradossale rapporto tra terra e territorio. I processi di deterritorializzazione del territorio e di riterritorializzazione della terra, resi celebri da Mille piani, mostrano che il movimento precede logicamente e ontologicamente ogni sua fissazione, e che ogni fissazione, se è qualcosa, non è figura bensì incontro. Si tratta di un incontro tutt’altro che pacifico, difficile da pensare perché avamposto di quella che, esattamente trent’anni anni fa, Deleuze chiamava «immanenza assoluta»: l’intersezione impossibile tra l’assoluto e il relativo, tra il piano d’immanenza e un ambiente sociale relativo. Per questa ragione la geofilosofia non è una disciplina manualistica, una sorta di geografia della filosofia o di filosofia geografica, ma prima di tutto una istanza di contestazione, di resistenza, al principio di ragion sufficiente, che surrettiziamente si insinua in ogni ambito disciplinare: la geofilosofia impara dalla geografia che «non c’è buona ragione se non quella contingente, non c’è storia universale se non quella della contingenza» (QPh, p. 86). Non si tratta quindi di naturalizzare la filosofia, individuando una forma di necessità naturale o storica al suo interno, bensì di restituirla al movimento, contingente e incessante, attraverso il quale l’infinito si presenta nel qui e ora, quando «la terra passa nel puro piano di immanenza di un pensiero-Essere, di un pensiero-Natura dai movimenti diagrammatici infiniti» (p. 81). La geofilosofia è l’avvenire della filosofia nella misura in cui essa è anche il suo presente e il suo passato: i concetti prodotti non sono oggetti, bensì territori, che mal albergano nella trascendenza e che necessitano di un piano. Pensare significa tracciare un piano di immanenza, sviluppando alleanze con ciò che, di volta in volta, è reale, così da creare concetti per una terra a venire, per quel popolo futuro di cui si sente la mancanza.
Per il centenario della nascita di Gilles Deleuze, il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Palermo in collaborazione con La Deleuziana ha deciso di dedicare la quarta edizione della Sicily Summer School in Environmental Humanities alla geofilosofia come tema cardine di Deleuze e Guattari.
La Summer School è rivolta a studenti e studiosi interessati al tema e desiderosi di condividere una preziosa occasione di discussione con alcuni tra i suoi maggiori esperti a livello nazionale e internazionale in un contesto paesaggistico e naturalistico tra i più belli e significativi del Mediterraneo.